sabato 1 dicembre 2018

Rottamazione



In prossimità del mio compleanno mi è venuta in mente un’idea geniale. Possiamo considerare l’ammontare dei nostri anni come un debito che tutti abbiamo nei confronti della vita. Il destino, alla nascita, ci ha concesso un periodo a credito che gradualmente va in esaurimento fino a giungere al pareggio con la resa dei conti. E’ come quando si devono pagare delle tasse ed arriva una cartella con l’importo che reclama l’Erario. Non tutti sono pronti a pagare o hanno la disponibilità immediata delle somme, ed allora il Tesoro, magnanimo e benvolente, propone un condono o una rottamazione dei quali in molti approfittano, se non felicemente almeno con un piccolo sollievo. Quindi, così come esiste la “rottamazione delle cartelle esattoriali”, proporrei la “rottamazione del certificato anagrafico”.

Nel caso dell’agevolazione tributaria, tra more ed interessi, il risparmio è grosso modo del 30%. Si potrebbe applicare lo stesso sconto sull'età. Con un modesto pagamento di mille euro il certificato di nascita di ogni richiedente verrebbe decurtato, a saldo e stralcio, di un terzo dell’ammontare degli anni. Siccome gli “over 60” in Italia sono circa quindici milioni, il bilancio statale beneficerebbe di un gettito di quindici miliardi di euro, pagati col sorriso sulle labbra, e molti tornerebbero a progettare per un futuro improvvisamente meno asfittico. Facciamo un esempio. Uomo di sessantacinque anni aderisce alla rottamazione, paga mille euro e gli vengono riconosciuti 43,33 anni che, arrotondati per difetto, risulteranno quarantatré netti. Riparte l’economia perché il tizio correrebbe a comprarsi una moto, una nuova racchetta da tennis e programmerebbe il viaggio al quale aveva in precedenza rinunciato. Rapporti tra i sessi vivacizzati dal ritrovato vigore pseudo-giovanile e tutto un fermento di nuove iniziative. Per diventare legge, il Consiglio dei Ministri dovrebbe emanare un decreto che sarebbe sicuramente approvato all’unanimità. La politica si schiererebbe compatta. Salvini, indossando una felpa con scritto: “Cocoon”, affermerebbe in tutti i comizi in giro per il Paese che per la prima volta, grazie alla sua guida al Ministero dell’Interno, calerà il numero delle badanti extracomunitarie. Di Maio approverebbe dopo un sondaggio on line su un campione rappresentativo di ben trecentododici tra gli iscritti alla piattaforma Rousseau. Il leader cinque stelle personalmente non la richiederebbe, altrimenti dovrebbe rifare l’esame per la patente, ma Toninelli lo farebbe pancia a terra. Zingaretti aderirebbe per non perdere anche questo carro, sempre col sorriso stampato sul faccione, basta che non gli rompano i “cabbasisi”. No, questo è quell’altro. Non parliamo di Berlusconi: immediato reimpianto di capelli in nylon color topo, fondo tinta “terra di Siena” a palate e nuova porcellana Rosenthal di un bianco ottico per la dentiera. Subito riaprirebbe le sale di Villa Certosa con il buon Apicella obbligato a staccare la chitarra dal chiodo alla quale l’aveva appesa con la speranza, ormai svanita, di non accompagnare più il Presidente in improbabili esibizioni da chansonnier. Risvolti occupazionali: nuove infornate di olgettine, igieniste dentali e nipoti non più di Mubarak, ma di qualcun altro ugualmente esotico, con il conseguente rilancio di qualifiche professionali da tempo in disarmo.

Non vedo controindicazioni e se la proposta non venisse recepita, indico un referendum propositivo. E’ facile prevedere il raggiungimento del quorum e l’approvazione con percentuali bulgare.