giovedì 9 gennaio 2014

L'importanza dei nomi

Scrivendo, ho considerato la questione ed ho rilevato come non sia affatto semplice armonizzare il carattere di un personaggio con il nome che lo deve rappresentare. Mi permetto di dissentire dal caro vecchio William quando fa dire alla sua eroina: “Oh Romeo, Romeo perché sei tu Romeo? Rinuncia al tuo nome. Che cos’è un nome? Quella che chiamiamo “rosa” anche con un altro nome avrebbe il suo profumo.” Beh, non credo sia proprio così. “Oh Asdrubale, Asdrubale…” Non suona! Forse Giulietta l’avrebbe snobbato dal primo incontro se si fosse presentato così. E contesto anche il fatto che la rosa avrebbe lo stesso “appeal” se, facciamo un’ipotesi, si chiamasse nasturzio o rododendro. Vogliamo paragonare: “Cara, ti ho portato un mazzo di rose.” con “Cara, prendi questo cespo di nasturzi”. Manca il romanticismo e suppongo che chi riceve il dono, nel primo caso possa reagire ringraziando con un bacio, nel secondo un’alzata di sopracciglio mi sembra il massimo effetto possibile.
Poi, soprattutto, vorrei far notare l’errore macroscopico del collega Alessandro. Come si può chiamare il protagonista di una storia romantica col nome di “Fermo”? “Fermo e Lucia” era il titolo della prima edizione del famoso libro che rimase invenduta sugli scaffali dei librai di Milano per molto tempo. Pensiamo ad un dialogo tra i due innamorati. “Baciami, Fermo!” “Devo stare fermo o ti devo baciare?” “Fermo, non ti fermare!” “Che devo fare? Mi devo muovere oppure no?” “Va bene, basta. Vattene, Fermo.” “Insomma, devo andare via o devo restare?” Schizofrenia al parossismo e rottura del fidanzamento pressoché certa. Solo dopo che l’autore capì, e non ci voleva un genio, di dover cambiare e chiamò il ragazzo con un normale “Renzo” ed il romanzo “I Promessi Sposi”, le vendite decollarono portando l’opera nella lista dei best seller.

Potrei continuare con gli esempi e se è vero che come dicevano i latini “Nome Omen”, chissà quante vicende nel mondo reale si sarebbero svolte in maniera diversa con i protagonisti chiamati differentemente e come sarebbe potuta cambiare la letteratura se, invece di Amleto, l’immortale Bardo avesse battezzato il Principe di Elsinore “Cipollino”. 

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