In quell’attimo
tutto si calmò.
Il mare, agitato
e scuro, placò le sue acque
lambendo
dolcemente gli scogli e l’arenile.
Tacque l’urlo
del vento ed un delicato soffio carezzò
i capelli
scostandoli dal suo dolce sguardo.
I mille latrati
e le tumultuose ansie svanirono dalla mia mente
come montagne
di freddo ghiaccio dissolte in un lago di pace.
Il momento
passato divenne un ricordo mentre l’oscuro
dubbio del
futuro si tramutò in evanescente speranza.
Solo l’interminabile
attimo del presente rimase sospeso in attesa
che Kronos
si scuotesse dall’imprevisto sortilegio.
Quieta una
musica avvolse la mia anima ed un sussurro divino
trasfigurò il
coro delle voci bianche.
E’ lì: ora
lo percepisco. Sta nella mano vicino alla mia,
nel cordone
che mi lega agli affetti più cari,
nell’attenzione
affettuosa e vera della mia compagna di vita,
nella parola
di un figlio, nel frammento scintillante di un attimo.
E’ il
significato di un’esistenza che non so riconoscere,
quotidianamente
nascosto dal baccano dei rutinari affanni,
ma sorge vivido
nella meditazione di un momento.
Quale sia
non ho la parola per renderlo vivo,
ma grata la
sensazione mi pervade che niente è vano nel creato
e l’amore
che ho cercato di dare giustificherà la mia esistenza.
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