Il Super 8.
La mini correva verso Perugia e sul nastro cantava Battisti. Dietro due amiche
e, sul sedile accanto, capelli biondi e fossetta sul mento. C’era l’imbarazzo
di una nuova vicinanza, l’emozione per la notte che sarebbe arrivata. Insieme,
per una delle prime volte, un’intimità ancora da scoprire e tenerezza e
desiderio. Non amore: una parola troppo grande per piccoli, giovani cuori.
Una finestra sul domani, e penso a te. Che farò? Cosa farà? E via, tornanti nella
notte di una precoce primavera. In un mondo che…e penso a te. Nasce il
sentimento e vaga una carezza sulla mano. Attenta, l’amica ci guarda. Sei piccola,
ma mia. Sono, non lo so chi sono, chi vorrei essere adesso. E tu mi dai il tuo
sentimento. Oh, piccolo fiore ancora non colto, dolce sguardo timido e
malizioso. Solo, al volante, con lei nella notte e niente al di là dei miei
pensieri. L’ansia di crescere e la paura di farlo. Oltre, tuffandosi nella vita,
sconosciuta, misteriosa e affascinante. La mini va su per i tornanti della
provinciale, fra poco scenderanno le amiche e sola resterai, in una stanza, con
me. L’immensità si apre intorno a noi…vola sulle accuse della gente a tutti i
suoi retaggi indifferente. Odore di una maturità ancora imberbe, mentre un
vento tiepido d’amore rende dolce la sua compagnia. Non sapevo cos’ero e non la
conoscevo, sulla strada per Perugia. Ma respiriamo, se non liberi, certamente
con nuove sensazioni e giovani emozioni in un mondo che…sarà tutto per noi. Al
fianco suo mi avrà, se lo vorrà.
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