Vorrei stare
tutte le sere, ogni sera, sera dopo sera, seduto in riva al mare per sentire la
risacca che si confonde con il fruscio della brezza, mentre il sole cala tra i
flutti come un gigante in punta di piedi. In quel momento la mente si rivolge all’inner
soul per una piccola beatitudine, scheggia di un mantra di pace che annulla le
ragioni di ogni affanno. Nessuna voce, nessun pensiero a disturbare la
perfezione di un miracolo che, meglio di qualsiasi veda, dimostra la grandezza
del Creatore e di come l’ordine generato dal caos sia armonia e bellezza. Così
come ogni granello di sabbia è necessario agli altri per comporre la spiaggia, è
chiaro il senso di ogni esistenza che vale solo in quanto esiste, nel bene o
nel male. Il dialogo è con il nulla e mettersi in relazione con quello che non
c’è, rende partecipi del tutto, anche se si vale solo per un segmento di
universo, o per un fugace attimo. E, dopo aver assistito alla rappresentazione
del tramonto, prepararmi per lo spettacolo della notte con i piedi nella rena e
la mente nelle stelle.
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