Una volta all’anno, nella notte tra il 28 e il 29 ottobre,
le convenzioni internazionali stabilirono che si dovessero mettere indietro le
lancette dell’orologio di un anno. Gli economisti avevano calcolato che,
cancellando ogni dodici mesi un analogo periodo già vissuto, si sarebbe
rimandata la vecchiaia praticamente all’infinito risparmiando milioni di
bitcoin. Da quando fu presa tale
decisione, ogni individuo censito all’anagrafe mantenne l’età che aveva in quel
momento. Di conseguenza i bambini continuarono a giocare come stavano facendo,
mentre gli adolescenti furono felici di andare a scuola, tanto ormai
conoscevano a memoria le materie sulle quali venivano interrogati. Gli adulti si
compiacquero della loro maturità, mentre i vecchi allontanarono la paura della
morte. L’INPS gioì: non aumentò il monte pensioni da pagare, mentre chi
lavorava continuò a versare contributi all’infinito. Le case farmaceutiche poterono
programmare con precisione il numero dei pannolini e dei pannoloni da produrre
basandosi sul numero esatto dei consumatori già esistenti ed i preti seppero
esattamente di quante ostie approvvigionarsi per le prime comunioni che si
ripetevano costantemente con lo stesso numero di catecumeni. I genitori furono
contenti di rimandare all’infinito il momento in cui i figli se ne sarebbero
andati da casa, mentre i ragazzi dovettero convivere con il desiderio
inappagato di passare dal motorino alla macchina. Insomma, pur con qualche
piccolo inconveniente, il risparmio per la società risultò evidente e di fronte
al rimpinguamento della casse dello Stato, ogni obiezione venne rintuzzata. Solo
la Natura non era d’accordo. Le Grandi Organizzazioni Mondiali non erano
riuscite a modificare il ciclo delle stagioni e gli effetti provocati dallo
scorrere del tempo su tutti gli organismi viventi. Gli alberi continuavano a
trasformarsi partendo dal germoglio fino all’alto fusto, i cuccioli degli
animali diventavano individui formati ed in generale ogni cosa mutava per poi
deperire. Ma l’uomo, no! Si era deciso di non darla vinta al tempo che passava
e tale proposito fu mantenuto rigidamente. Per ingannare l’orologio biologico
fu deciso di istituire una Commissione e fornirla dei poteri più ampi di
controllo e coercizione. Fu chiamata: “Il Gran Consiglio dei Chirurghi
Estetici” e si riuniva regolarmente per imporre ad ogni essere umano di
sottoporsi all’annuale restyling atto a mantenere un aspetto fisico sempre
uguale. Da quel giorno si videro in giro
facce tirate tutte uguali che stentavano a sorridere per mancanza di pelle
utile da tendere sul viso, donne con seni lievitanti e mani maculate, capigliature
di tutte le sfumature, dal paglierino al fulvo, senza alcuna concessione al
bianco, pance tirate senza grasso ma con grandi collane di cicatrici. Si
facevano concorsi per “Miss Botulino” o “Mister Estrogeno” e il Nobel per la
Letteratura non fu più assegnato per mancanza di concorrenti. Divenne
Presidente della Federazione una maschera di cera che rappresentava un uomo di
cinquant’anni, anche se si diceva ne avesse più di ottanta. Solo i poveri
invecchiavano manifestamente, gli altri non era dato di sapere.
Nicolino venne alla luce in una casetta spersa in un bosco
di larici sulle pendici delle montagne e sua madre non volle denunciarlo all’anagrafe
per non essere costretta ad allattarlo all’infinito. Anche per i nuovi nati
valeva infatti il principio del tempo rinculante e per un genitore poteva
essere un problema avere un pargolo con la barba al quale si era costretti a
cambiare il pannolino. Quindi lui crebbe come un “buon selvaggio” senza
coercizioni imposte dalla società civile. Verso gli otto anni volle andare in
città. Prima d’allora non aveva mai visto altri adulti oltre la madre e
trovarsi con tanta gente intorno che lo guardava con occhi spiritati dalla
strana espressione, fu per lui uno shock. L’apparizione di un giovane individuo,
all’apparenza non condizionato, fu subito segnalata alle autorità che non persero
tempo a fermalo per portarlo innanzi al Presidente ed al Consiglio per decidere
della sua sorte. Nicolino non seppe trattenersi. Quando vide il Capo del Governo
con la fronte spianata, un sorriso falso di trentadue denti di porcellana e gli
occhi che non riuscivano a chiudersi del tutto per mancanza di pelle, rimase
stupefatto. Poi notò anche il collo avvizzito e le mani adunche e capì. Con la
sincerità dell’innocenza, in mezzo a tutti i notabili ed alla gente accorsa per
l’occasione, se ne uscì gridando: “Quell’uomo sembra giovane, ma è VECCHIO!”
Una risata seppellì il potere con i suoi soprusi e tutti, vergognandosi, si
accontentarono solo dell’ora legale abbandonando per sempre la presunzione di
fermare il tempo.
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