sabato 4 novembre 2017

L'anno legale

Una volta all’anno, nella notte tra il 28 e il 29 ottobre, le convenzioni internazionali stabilirono che si dovessero mettere indietro le lancette dell’orologio di un anno. Gli economisti avevano calcolato che, cancellando ogni dodici mesi un analogo periodo già vissuto, si sarebbe rimandata la vecchiaia praticamente all’infinito risparmiando milioni di bitcoin.  Da quando fu presa tale decisione, ogni individuo censito all’anagrafe mantenne l’età che aveva in quel momento. Di conseguenza i bambini continuarono a giocare come stavano facendo, mentre gli adolescenti furono felici di andare a scuola, tanto ormai conoscevano a memoria le materie sulle quali venivano interrogati. Gli adulti si compiacquero della loro maturità, mentre i vecchi allontanarono la paura della morte. L’INPS gioì: non aumentò il monte pensioni da pagare, mentre chi lavorava continuò a versare contributi all’infinito. Le case farmaceutiche poterono programmare con precisione il numero dei pannolini e dei pannoloni da produrre basandosi sul numero esatto dei consumatori già esistenti ed i preti seppero esattamente di quante ostie approvvigionarsi per le prime comunioni che si ripetevano costantemente con lo stesso numero di catecumeni. I genitori furono contenti di rimandare all’infinito il momento in cui i figli se ne sarebbero andati da casa, mentre i ragazzi dovettero convivere con il desiderio inappagato di passare dal motorino alla macchina. Insomma, pur con qualche piccolo inconveniente, il risparmio per la società risultò evidente e di fronte al rimpinguamento della casse dello Stato, ogni obiezione venne rintuzzata. Solo la Natura non era d’accordo. Le Grandi Organizzazioni Mondiali non erano riuscite a modificare il ciclo delle stagioni e gli effetti provocati dallo scorrere del tempo su tutti gli organismi viventi. Gli alberi continuavano a trasformarsi partendo dal germoglio fino all’alto fusto, i cuccioli degli animali diventavano individui formati ed in generale ogni cosa mutava per poi deperire. Ma l’uomo, no! Si era deciso di non darla vinta al tempo che passava e tale proposito fu mantenuto rigidamente. Per ingannare l’orologio biologico fu deciso di istituire una Commissione e fornirla dei poteri più ampi di controllo e coercizione. Fu chiamata: “Il Gran Consiglio dei Chirurghi Estetici” e si riuniva regolarmente per imporre ad ogni essere umano di sottoporsi all’annuale restyling atto a mantenere un aspetto fisico sempre uguale.  Da quel giorno si videro in giro facce tirate tutte uguali che stentavano a sorridere per mancanza di pelle utile da tendere sul viso, donne con seni lievitanti e mani maculate, capigliature di tutte le sfumature, dal paglierino al fulvo, senza alcuna concessione al bianco, pance tirate senza grasso ma con grandi collane di cicatrici. Si facevano concorsi per “Miss Botulino” o “Mister Estrogeno” e il Nobel per la Letteratura non fu più assegnato per mancanza di concorrenti. Divenne Presidente della Federazione una maschera di cera che rappresentava un uomo di cinquant’anni, anche se si diceva ne avesse più di ottanta. Solo i poveri invecchiavano manifestamente, gli altri non era dato di sapere.

Nicolino venne alla luce in una casetta spersa in un bosco di larici sulle pendici delle montagne e sua madre non volle denunciarlo all’anagrafe per non essere costretta ad allattarlo all’infinito. Anche per i nuovi nati valeva infatti il principio del tempo rinculante e per un genitore poteva essere un problema avere un pargolo con la barba al quale si era costretti a cambiare il pannolino. Quindi lui crebbe come un “buon selvaggio” senza coercizioni imposte dalla società civile. Verso gli otto anni volle andare in città. Prima d’allora non aveva mai visto altri adulti oltre la madre e trovarsi con tanta gente intorno che lo guardava con occhi spiritati dalla strana espressione, fu per lui uno shock. L’apparizione di un giovane individuo, all’apparenza non condizionato, fu subito segnalata alle autorità che non persero tempo a fermalo per portarlo innanzi al Presidente ed al Consiglio per decidere della sua sorte. Nicolino non seppe trattenersi. Quando vide il Capo del Governo con la fronte spianata, un sorriso falso di trentadue denti di porcellana e gli occhi che non riuscivano a chiudersi del tutto per mancanza di pelle, rimase stupefatto. Poi notò anche il collo avvizzito e le mani adunche e capì. Con la sincerità dell’innocenza, in mezzo a tutti i notabili ed alla gente accorsa per l’occasione, se ne uscì gridando: “Quell’uomo sembra giovane, ma è VECCHIO!” Una risata seppellì il potere con i suoi soprusi e tutti, vergognandosi, si accontentarono solo dell’ora legale abbandonando per sempre la presunzione di fermare il tempo. 

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