venerdì 16 febbraio 2018

La vincita



-San Gennaro m’ha fatto la grazia.
-O vero?
-L’ho pregato tanto, ma alla fine ha ceduto.
-E allora?
-Ho vinto.
-Maronn… e che cosa hai vinto?
-Ho grattato, grattato e ancora grattato, peggio di un gatto rognoso, ma alla fine le finestrelle hanno combaciato.
-Gesù, Gesù! E quanto?
-Io non sono un tipo esoso. Avevo chiesto a San Gennaro una somma pari all’ammontare del mutuo ancora da pagare, più quanto mi serve per tacitare don Michele, che mi sta assillando per un piccolo prestito fatto qualche tempo addietro. Poi qualche migliaio di euro per sistemare alcune cosette e una somma forfettaria come fondo pensione per me e mia moglie.
-Beh, mi sembra il minimo sindacale.
-Esatto. Considera che non ho messo in conto automobili sportive, barche o vita brillante: solo il necessario e un po’ di companatico, diciamo così.
-Onestissimo. Ma di che cifra stiamo parlando?
-Fatti i conti, mi veniva un totale di trecentocinquantamila euro. Ovviamente netti e esentasse.
-E tanto hai vinto?
-No, no.
-Ahhh, mi pareva.
-Di più.
-A facc ro cazz! Non mi tenere sulle spine…quanto?
-Ancora non li ho presi, ma a occhio e croce dovrebbe essere all’incirca, su per giù, grossomodo…
-…modo???
-O’ millione!
-Maronn santissima benedetta del Monte del Carmelo trafitta e co o’ core dint’ e mann!
-Aggia capit, ma sta vincita me la sono sudata. Sacce ie quante candele ho acceso all’altare del Santo e le processioni che ho fatto dietro alla sua sacra immagine. E poi oboli, carità, fioretti e ‘na quantità di rosari tutt ‘e ser. Credimi, una fatica! Però non mi posso lamentare: l’investimento ha reso.
-E bravo il mio amico. Perché ricordati che noi siamo amici, molto amici. Però, scusami se te lo dico, ma sei imprudente. Di questa cosa non ne devi parlare con nisciun. La gente è invidiosa, maligna e invidiosa.
-Nun te lo dovevo a dicere?
-Lascia perdere me, che ti sono fratello, ma gli altri ti guardano subito con l’uocchie e male.
-E vabbuò. Peggio per loro, ormai posso anche non curarmene.
-E qui ti sbagli. Perché già di suo la vincita al gioco porta sfortuna, poi se ci carichi lo maluocchio…
-La vincita porta male? Ma cosa dici? Porta soldi, benessere e felicità per tutti.
-Ti devo contraddire, amico caro. Vatti a fare un giretto su internet e guarda come è finita la maggioranza di quelli che hanno vinto grosse somme alla lotteria o con il gioco d’azzardo.
-A panza all’aria alle Hawaii!
-Nossignore. Morti sparati e spesso da se medesimi. Si sono suicidati in preda alla disperazione dopo aver sperperato tutto in breve tempo.
- Maddai…
-Certamente. Si sa che troppa fortuna fa impazzire e, per compensazione, attira la jella. Gente che viveva normalmente, forse con qualche problema ma serena, si è trovata a perdere tutto. La moglie li ha lasciati…
-Assuntina…
-…I figli si sono liticati…
-…Carmelì, Fraceschiè…
-… e gli amici, quelli falsi, sono spariti o se ne sono approfittati. C’è stato un americano che vinse milioni e milioni di dollari e poi è finito a fare il barbone, solo e alcolizzato.
-Sarà stato un caso.
-Un caso? Io ti voglio bene e non vorrei mai vederti finire come tutti i vincitori del totocalcio, del super enalotto o delle corse: rovinati! Sissignore, rovinati e disperati.
-Mi stai spaventando.
-In fondo oggi cosa ti manca? E’ vero, hai qualche debituccio, un lavoro precario, la suocera a carico e devi svicolare quando vedi il fornaio, ma poi torni a casa.
-Che devo fini di pagare. Tra vent’anni.
-Sai che si dice? I debiti allungano la vita. E’ vero, tutti i mesi hai la rata del mutuo, ma la mattina, quando ti svegli, trovi accanto a te mugliereta. Mi vorresti dire che preferisci un azzeramento del muto all’amore di donna Assunta?
-Bhè, bhò, certamente no.
-E poi, siccome non puoi andare in vacanza, tutte le sere ti godi i figli e una sana pasta e fagioli, altroché caviale e champagne in compagnia di qualche prezzolata.
-Prezzolata?
-Ehhh, te piacciono ‘e prezzolat?
-Coi soldi?
-Con lo sterco del diavolo. Con quello che ti farebbe cadere nel baratro, giù giù fino all’inferno su questa terra.
-No, no, non voglio perdere anche il poco che ho!
-Bravo, così mi piaci. Ma non devi avere paura. I veri amici ci sono per questo, per prendersi carico dei tuoi problemi e non lasciarti andare alla deriva.
-Che intendi?
-Capisci che quella che adesso ti sembra una grazia in realtà è una maledizione. Però io ti voglio bene e non posso pensarti distrutto e derelitto. Ci sarebbe una soluzione.
-Quale?
-Possiamo fare finta che la vincita l’abbia fatta io. Incasserei il premio e poi non ti darei i soldi.
-Ma come…?
-Volevo dire: non tutti insieme. Quello che ti serve, man mano. Ti passerei giusto il necessario che ti faccia stare tranquillo, Il resto lo terrei io.
-Ma allora, la maledizione cadrebbe su di te.
-Nossignore. Qui sta il busillibus: a me non succederebbe niente perché in realtà non sarei il vincitore vero e proprio. Farei come da parafulmine nei tuoi confronti.
-Tu faresti questo per me?
-Per gli amici…sì, sono pronto a sacrificarmi.
-Oh che sollievo. Non ti ringrazierò mai abbastanza. Ecco il biglietto del gratta e vinci, incassalo e fai finta che siano soldi tuoi. Ci riuscirai?
-Mi ci metterò d’impegno, ma quando uno è buono d’animo niente gli pesa.

Per quanto riguarda il mutuo furono pagate altre due rate, mentre il fornaio continuò a fare le poste invano. Il vero vincitore non seppe mai spiegarsi perché l’amico rimase nel rione per poco tempo e poi sparì con tutti i soldi. Pensò che la sventura aveva colpito ancora e fu grato all’amico che ne aveva ricevuto il carico al suo posto. E’ proprio vero che le vincite al gioco portano alla perdizione e forse lui si era proprio perso, magari alle Hawaii.


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