mercoledì 11 novembre 2020

A occhi chiusi

 

“…perché conta anche l'istante. Il tempo determina le cose a suo capriccio, e ad esso noi dobbiamo adeguare le nostre azioni. A volte il tempo ci offre una possibilità, legata appunto a un istante preciso, ma se ce lo lasciamo sfuggire non possiamo fare più nulla.” Ma non adesso. Le palpebre scivolano pesanti mentre il sole, come un intruso prepotente, penetra oltre la finestra chiusa. Quel calore sulla guancia riporta a sensazioni di un’estate ormai trascorsa ed una piccola malinconia si avverte in fondo all’anima quieta. E la mente va. Vola oltre i problemi di oggi ed i rimpianti di ieri per librarsi alta dove le nuvole corrono incontro all’orizzonte. Una mosca si posa sul ginocchio e quel fastidio, per quanto minimo, riporta giù, alla quotidiana fisicità. Un colpo con la mano ed il viaggio riprende. Un ricordo antico legato al profumo di un abbraccio mai troppo lungo, mentre una madre esce per vivere una vita che sembrava più felice. E il vento. Il vento che faceva muro nella corsa a ghermire una passione, a mordere un momento. Un volto, un affetto: un figlio o l’amore che in questo momento di solitudine mancano, ma non sono distanti. O forse anche solamente il vuoto, in un vuoto che non c’è mai, per recuperare la forza e ritrovare se stessi. Ma il tempo passa, il sole gira e le ombre si allungano dentro la stanza. La mosca, fulgido esempio di sciocca perseveranza, torna e di nuovo uno schiaffo senza esito nell’ennesimo sforzo inutile di gesti senza risultato. L’incantesimo è rotto, tanto vale riprendere il libro, mentre una sottile felicità scappa inseguendo i sogni.

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