Lo so che mi fa male. Dovrei dormire, ma sto ascoltando una
compilation di brani anni ’70 e ’80. Come faccio a lasciare Joan Jett o Suzie
Quatro, i Credence Clearwater Revaival o i Gun’s and Roses? Non è solo la musica
che mi tiene incollato alle cuffie, ma i ricordi, e forse i rimpianti per quello
che non ho vissuto, con la consapevolezza che sono illusioni di un sogno
immaginato e non reale. La mente vola in mondi paralleli vagando in una psichedelica
astrazione solo occasionalmente combaciante con la pesante fisicità quotidiana.
Come faccio a lasciare Santino Rocchetti con “I miei giorni felici”? Sarebbe
come abbandonare un amico al bar mentre ti sta confidando la sua storia d’amore.
La musica mi toglie gli anni di dosso. Suzie Quatro non è invecchiata. Ha
sempre la sua tutina di pelle e con il chitarrone, più grande di lei, guida il
gruppo che l’accompagna nei locali di Amburgo. Io mi sento lì, come al Cavern
di Liverpool a vedere i Beatles o a Fregene mentre scavalco l’incannucciata del
“Tirreno” che separa la spiaggia dal locale nel quale i Pooh cantano Piccola Kathie.
Su “Google immagini” digito il nome della cantante tedesca ed appare un volto
di una signora, probabilmente sessantenne, segnata dalle rughe del tempo ed
appesantita nello sguardo. Non è più lei. Mi convinco che gli artisti, attori o
cantanti, devono morire giovani. Marylin, James Dean, Kurt Kobain, Janis, Jimi,
Brian, e tanti altri, hanno il grandissimo merito, chiudendo il loro ciclo di
vita nel pieno della creatività, di aver lasciato un mito che, altrimenti, come
molte delle cose che infiammano la giovinezza, sarebbe sfiorito con la loro vecchiaia.
Ci sarà una ragione per la quale Alessandro Magno e Napoleone hanno conquistato
il massimo del loro potere intorno ai trent’anni ed, al giorno d’oggi, il
giovane Zuckenberg, o chi per lui, guidano l’innovazione che condiziona il
nostro modo di vivere? Questo è l’inizio di un discorso che mi piacerebbe fare
confutando chi, anche ultimamente, mi ha detto quanto sono belli i vecchi e come
la vecchiaia abbia la sua giustificazione nell’arco di una vita. Cazzate! I
vecchi sono tenuti in vita dall’amore dei loro cari, ma non possono dare più
niente. Sarebbe bello bruciare come una canna, donando sogni e felicità… se
fosse possibile scegliere.
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