giovedì 25 settembre 2014

A mio nipote



Piccolo Uomo, il tuo broncio, il dito puntato.
Quando stai nell’acqua, nuota e, mentre fai le bracciate, schiaffeggia, scalcia, sputa: non darla vinta al mare. Poi lasciati andare, fatti cullare dai flutti, avvolgere dal liquido salmastro. E ancora, gioca. Vai sotto, torna su, sfida le onde, ma sempre con rispetto e consapevole delle tue forze. Imparerai a nuotare come un pesce, ma non fidarti. In profondità, può esserci un nemico che vuole morderti, quell’isola che vedi all’orizzonte può essere al di là delle tue possibilità. Impara a valutare prima di tutto te stesso e poi quello che ti circonda. Se vedi un amico in difficoltà, aiutalo: il mare può essere infido e la mano che tendi in quel momento sarà un anello della catena che ti tiene a galla. Un cavallone improvviso potrà mandarti sotto e farti bere un po’, ma se terrai gli occhi aperti, nel fondale scoprirai un nuovo meraviglioso mondo. Non finire mai di stupirti, ci sarà sempre una creatura che ancora non conosci o un carosello di colori che ti inebrierà. Quando prenderai una barca e remerai verso la tua destinazione, porta con te poche cose, ma non dimenticare l’amore. Sappi che è qualcosa che non finisce mai e più ne distribuirai, più ne potrai raccogliere. Vedrai come a riva devi trascinare il tuo peso, ma nell’oceano dei sogni, delle speranze e, forse, delle illusioni, si vola! Non sei un pesciolino, dovrai uscire, riemergere ed abbandonare quell’abbraccio di lapislazzulo, ma capirai che non puoi godere di un momento di leggerezza se non sei disposto a versare tanto sudore per viverlo.

“Nonno, oggi ho fatto la mia prima lezione in piscina, con i bracciali e la cuffietta. Perché mi dici tutte queste cose?” “Sai, il mare e la vita sono la stessa cosa. Ricordati, se vuoi, di queste parole e l’orizzonte non chiuderà il tuo sguardo.”

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