Piccolo Uomo,
il tuo broncio, il dito puntato.
Quando stai
nell’acqua, nuota e, mentre fai le bracciate, schiaffeggia, scalcia, sputa: non
darla vinta al mare. Poi lasciati andare, fatti cullare dai flutti, avvolgere
dal liquido salmastro. E ancora, gioca. Vai sotto, torna su, sfida le onde, ma
sempre con rispetto e consapevole delle tue forze. Imparerai a nuotare come un
pesce, ma non fidarti. In profondità, può esserci un nemico che vuole
morderti, quell’isola che vedi all’orizzonte può essere al di là delle tue
possibilità. Impara a valutare prima di tutto te stesso e poi quello che ti
circonda. Se vedi un amico in difficoltà, aiutalo: il mare può essere infido e
la mano che tendi in quel momento sarà un anello della catena che ti tiene a galla.
Un cavallone improvviso potrà mandarti sotto e farti bere un po’, ma se terrai
gli occhi aperti, nel fondale scoprirai un nuovo meraviglioso mondo. Non
finire mai di stupirti, ci sarà sempre una creatura che ancora non conosci o un
carosello di colori che ti inebrierà. Quando prenderai una barca e remerai
verso la tua destinazione, porta con te poche cose, ma non dimenticare l’amore.
Sappi che è qualcosa che non finisce mai e più ne distribuirai, più ne potrai
raccogliere. Vedrai come a riva devi trascinare il tuo peso, ma nell’oceano dei
sogni, delle speranze e, forse, delle illusioni, si vola! Non sei un
pesciolino, dovrai uscire, riemergere ed abbandonare quell’abbraccio di
lapislazzulo, ma capirai che non puoi godere di un momento di leggerezza se non
sei disposto a versare tanto sudore per viverlo.
“Nonno, oggi
ho fatto la mia prima lezione in piscina, con i bracciali e la cuffietta. Perché
mi dici tutte queste cose?” “Sai, il mare e la vita sono la stessa cosa. Ricordati,
se vuoi, di queste parole e l’orizzonte non chiuderà il tuo sguardo.”
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