E’ una fotografia che mi trafigge il cuore.
E’ il tuo sguardo che, ignaro, si abbatte su me.
Quando, incoscienti, fermavamo un attimo di vita
Nella fissità di un immagine e tutto sembrava normale,
Dovuto, in un destino tirato tra i giorni del vivere.
Ma il tuo sorriso, prima, e la tua pena, poi, nel fermo
Di un fugace scatto, soffiano sulla brace dei ricordi
Bruciando di pena e d’amore.
Mentre io vivevo, e vivo, di sponda al tuo dolore,
Perso nella ricerca di non sentire.
Non sentire e non vedere le tue lacrime,
Per non piangere su di te e su di me.
Illuso di una forza che non ho, falso nella menzogna
Di un coraggio che fingo prima di tutto alla mia anima.
E mi rifugio nelle parole, e mi inganno nella fantasia,
E sbando nell’immaginazione.
Lontano, lontano da qui, se in questo luogo
Devo conoscermi o accettare la realtà.
Vigliaccheria e sopravvivenza nuotano insieme
Nel mare di una vita beffarda ed irridente di ogni illusione
E delle fatue aspettative che, ad una ad una, si cancellano
Dal carnet di un ballo in maschera.
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