martedì 8 novembre 2016

Flash



Avrebbe voluto urlare alla luna, ma era troppo lontana, addirittura al di là del giorno. Allora prese una manciata di sabbia da terra e fece scorrere lentamente i granelli tra le dita. Poi ne lanciò in aria il rimanente e restò a guardare come il vento disperdesse la nuvola di polvere verso il cielo. Si mise a sedere sulla panchina vuota sotto il grande, rosso acero ed inspirò forte. Stese le braccia sullo schienale e divaricò le gambe, tanto non c’era nessuno che potesse vederlo. Lasciò andare la mente, senza che alcun pensiero la occupasse, e si abbandonò al sole che tramontava dietro una collina. Sotto la suola del mocassino di vecchio cuoio, sentiva il morbido strato delle foglie cadute e le scostò piano da una parte. Si sfilò una scarpa e strusciò il piede sul terriccio, perché ne avvertiva la necessità; doveva in qualche modo unirsi con quello che lo circondava, annullarsi e confondersi con la natura di cui si sentiva il figlio rinnegato. Non c’era, in quel momento, domanda che potesse essere posta così come non esisteva risposta che lui non conoscesse già. Tutto si apriva uscendo dalla sua anima per chiudersi poi a lui d’intorno come il guscio elicoidale di una conchiglia che rende perfetta la prigione di chi l’abita. Serrò forte gli occhi e mille colori gli esplosero dietro le palpebre. Vide stelle di lontane costellazioni danzare intorno a soli che cambiavano colore mentre stormi di aironi migravano verso sud perdendosi all’orizzonte. Gli sembrò di affacciarsi oltre la vera di un pozzo, proteso verso un vuoto che lo chiamava sussurrando dolci parole, e poi si trovò lanciato su di un rettilineo che improvvisamente s’inarcava come un serpente dalle scaglie nere. Scosse un po’ la testa per scacciare quella visione e nelle orecchie gli tintinnò un concerto di mille campanelli che vide attaccati alle enormi orecchie di un elefante indiano colorato per la festa. L’uomo con il bastone l’invitava a salire sulla groppa dell’animale, ma lui non si sentiva pronto, allora quello balzò sul collo del pachiderma ed insieme corsero via. Sbuffò e cercò di strapparsi da quelle visioni, ma un coniglio bianco con gli occhi rossi lo prese per mano ricacciandolo dietro lo specchio. Una luce accecante l’obbligò a schermarsi la vista e, quando tolse la mano, si trovò ancora solo in un deserto di sabbia e dune. Cosa ci faceva così lontano dal suo mondo? E perché non c’era niente intorno a lui tranne un autobus rosso a due piani con la scritta “Nowhere” sul cartello indicatore della destinazione? Quando mise il piede sul predellino, si alzò una tempesta di vento e tutto divenne confuso in un caleidoscopio di forme e colori, come in quei tubi di cartone che tanto gli piacevano quand’era piccolo. Si era abbandonato a quel gioco, anche se non era certo di volerlo giocare, mentre il tempo si dilatava e si restringeva come il pulsare di un gigantesco ed invisibile cuore, avvertibile solo attraverso la vibrazione dei suoi battiti. Forse non avrebbe dovuto, magari era peccato, c’era la possibilità che fosse addirittura fuorilegge o contro la morale, ma erano tutte categorie della società, e lui era solo. Anzi, era unico nell’universo, come unici erano quei granelli che aveva stretto tra le dita anche se confusi tra miliardi di unità. Ma le sinapsi si dettero un tentacolo connettendosi in maniera proditoria, e l’uomo si rimise gli occhiali. Indossò nuovamente il cappello che aveva posato accanto a sé e si rinfilò le scarpe; sentiva improvvisamente freddo ed abbottonò il giaccone fin sotto al collo. Poi si alzò dalla panchina e riprese la sua strada. 


3 commenti:

  1. Hai mai pensato di pubblicare? Sono belli i tuoi racconti!

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    1. Chi scrive è normale che ci pensi e non credo che nessuno scriva solo per se stesso. Anche se rinchiudi una tua composizione nel cassetto, per il solo fatto che non l'hai distrutta, in fondo speri che qualcuno prima o poi la legga. Magari trovassi un editore: non so se lo farei ricco, ma mi renderebbe felice. Ciao Patricia.

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    2. Chi dice di scrivere solo per sè,tiene un diario privato e non condivide.
      Hai provato a curiosare tra il self publishing? Lulu ad esempio. È gratis, fanno ebook e cartacei solo quando sono venduti. Altro però non so dirti.
      E il resto come va? Meglio.
      Un abbraccio e buona giornata

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