sabato 21 gennaio 2017

Del terzo Tipo

Un racconto di fantascienza oggi? Impossibile! E’ stato scritto tutto sugli extraterrestri, sui mondi al di fuori del sistema solare e sugli alieni in visita sulla Terra. Che mai ci si può ancora inventare proiettato nel futuro che sia improbabile ma plausibile? Niente, assolutamente niente. Questo fu il pensiero di Quentin quando venne chiamato dal direttore di “Cronache dal futuro”, un magazine di racconti che perlopiù riproponeva i racconti di Asimov o trame basate sui vecchi romanzi pubblicati da “Urania” di Mondadori. Eppure il dispotico capo pretendeva un qualcosa di originale da presentare ai lettori stufi di rileggere sempre storie che già conoscevano. Lui, che pagava le bollette e parte dell’affitto con le dieci cartelle dattiloscritte consegnate settimanalmente, non poteva permettersi il lusso di rifiutare l’incarico. Si versò un’abbondante dose di bourbon, che pensava potesse aiutare la sua immaginazione, e ponderò i diversi scenari che avrebbero potuto fare da sfondo ad una avventura nell’ignoto avvenire.
-Partiamo dai protagonisti. – pensò – Un extraterrestre simpatico ed antropomorfo, è stato sfruttato mille volte. Ai nostri giorni un tipo come ET meriterebbe la cittadinanza onoraria, se non altro perché, pur essendo un extracomunitario, non vuole fermarsi dove è arrivato ma fa di tutto per tornarne a casa sua. Di omuncoli con testone e occhi da mosca è pieno il web e se venissero incontrati al bar sotto casa, sarebbero amabilmente presi in giro senza alcuna paura. Quale altra forma aliena potrebbe essere inventata che i vari “Man in Black” 1,2,3 etc.… non abbiano già immaginato? Nessuna, praticamente il cinema ha tarpato la fantasia degli scrittori. Vabbè, immaginiamo un astronauta in missione verso una galassia distante anni luce e che si perde nel cosmo. “Odissea 2001”, “Lost in Space” e “The Martian”: tutti su questo tema, non se ne può più. Vabbè, ma la fantascienza vale anche per il passato, vedi Jules Verne e “Ritorno al Futuro”, ma anche “A Spasso nel Tempo” con De Sica e Boldi: non si può, mi rifiuto!
Quentin era praticamente disperato. Qualcosa che, teoricamente, avrebbe dovuto essere una miniera senza fine di idee, in realtà presentava un filone sfruttato fino all’esaurimento, e lui non sapeva dove sbattere la testa.  Tante volte era stato salvato dal foglio bianco. Si metteva davanti al word del pc, con la schermata vergine, e le dita incominciavano a vagare sulla tastiera, come dotate di una vita autonoma. Il fenomeno era affascinante: gli sembrava che dentro di lui, vivesse un’entità indipendente, con idee e fantasie slegate dalla sua personalità che prendevano vita solo quando una pagina bianca richiamava la sua attenzione. Ma in questa occasione il suo “query” sembrava non sortire effetto alcuno. Chiamò il suo migliore, o forse unico, amico:
-Se non presento un racconto di almeno duemila parole entro giovedì prossimo, posso considerarmi disoccupato. Tu che mi consigli?
-Tranquillo – rispose un certo Allyson, addetto ad un distributore di benzina sulla A1 – La fantascienza è un campo che non ha limiti. Basta che, con la fantasia, ti posizioni un passo oltre alla realtà, e quello che razionalmente sembra impossibile, diventa plausibile in un universo dove ci sono più cose tra il cielo e la terra di quante l’immaginazione non possa concepire. Dunque prendi come punto di partenza, chessò, Alfa Centauri e buttati oltre. L’universo è tanto più grande delle nostre miserie!
Ci mancava un benzinaio filosofo! Ma come dargli torto, e Quentin si mise al lavoro con lena e buona volontà. “Il propulsore a ioni di idrogeno improvvisamente collassò. La ridondanza dei sistemi ausiliari di comando prese il sopravvento ed il colonnello Armaduk, del Gruppo interforze della Milizia Extraplanetaria, si inserì nel sistema individuale di percezione per tranquillizzare tutti i membri dell’equipaggio.” Beh, non sembrava male come “incipit” per un racconto, e lo scrittore si tirò su le maniche per essere più comodo nel battere sulla tastiera del personal computer. Come spesso succedeva, la sua mente si perse nei mondi dell’immaginazione, ma improvvisamente il campanello della porta del suo appartamento squillò richiamandolo alla realtà. Non voleva alzarsi dalla postazione di lavoro, ma l’ansia di immaginare il portiere con una cartella esattoriale da consegnargli, lo fece decidere ad andare ad aprire.  
-Chi è?
-Umph. Xxxczzrrye!
L’acufene lo condizionava, così, anche senza aver capito la risposta, aprì.
Fu stupito nel vedere un blob verde con antenne oculate ed estremità palmate nel vano della porta, ma prese l’occasione al balzo e condusse il nuovo arrivato vicino al computer.

L’editore fu enormemente soddisfatto da quel racconto di fantascienza che sembrava proprio uscire da un’esperienza personale.  

3 commenti:

  1. Sei incredibile, Stefano! Anche con la fantascienza te la cavi benissimo!

    Ti ho nominato e consegnato un premio QUI percè i tuoi racconnti meritano veramente pubblicità! Ciaoooo

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    1. Cara Patricia, ti ho risposto sul tuo blog. Ancora grazie e un abbraccio.

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    2. Visto 😊 grazie a te ma se ti rileggi 😀😀😀 vedi che ho ragione io a farti pubblicità 😊
      Buona giornata

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