Un racconto
di fantascienza oggi? Impossibile! E’ stato scritto tutto sugli extraterrestri,
sui mondi al di fuori del sistema solare e sugli alieni in visita sulla Terra.
Che mai ci si può ancora inventare proiettato nel futuro che sia improbabile ma
plausibile? Niente, assolutamente niente. Questo fu il pensiero di Quentin
quando venne chiamato dal direttore di “Cronache dal futuro”, un magazine di
racconti che perlopiù riproponeva i racconti di Asimov o trame basate sui
vecchi romanzi pubblicati da “Urania” di Mondadori. Eppure il dispotico capo pretendeva
un qualcosa di originale da presentare ai lettori stufi di rileggere sempre storie
che già conoscevano. Lui, che pagava le bollette e parte dell’affitto con le dieci
cartelle dattiloscritte consegnate settimanalmente, non poteva permettersi il
lusso di rifiutare l’incarico. Si versò un’abbondante dose di bourbon, che
pensava potesse aiutare la sua immaginazione, e ponderò i diversi scenari che
avrebbero potuto fare da sfondo ad una avventura nell’ignoto avvenire.
-Partiamo
dai protagonisti. – pensò – Un extraterrestre simpatico ed antropomorfo, è stato
sfruttato mille volte. Ai nostri giorni un tipo come ET meriterebbe la
cittadinanza onoraria, se non altro perché, pur essendo un extracomunitario,
non vuole fermarsi dove è arrivato ma fa di tutto per tornarne a casa sua. Di omuncoli
con testone e occhi da mosca è pieno il web e se venissero incontrati al bar sotto
casa, sarebbero amabilmente presi in giro senza alcuna paura. Quale altra forma
aliena potrebbe essere inventata che i vari “Man in Black” 1,2,3 etc.… non
abbiano già immaginato? Nessuna, praticamente il cinema ha tarpato la fantasia
degli scrittori. Vabbè, immaginiamo un astronauta in missione verso una
galassia distante anni luce e che si perde nel cosmo. “Odissea 2001”, “Lost in
Space” e “The Martian”: tutti su questo tema, non se ne può più. Vabbè, ma la
fantascienza vale anche per il passato, vedi Jules Verne e “Ritorno al Futuro”,
ma anche “A Spasso nel Tempo” con De Sica e Boldi: non si può, mi rifiuto!
Quentin era
praticamente disperato. Qualcosa che, teoricamente, avrebbe dovuto essere una miniera
senza fine di idee, in realtà presentava un filone sfruttato fino all’esaurimento,
e lui non sapeva dove sbattere la testa. Tante volte era stato salvato dal foglio
bianco. Si metteva davanti al word del pc, con la schermata vergine, e le dita
incominciavano a vagare sulla tastiera, come dotate di una vita autonoma. Il
fenomeno era affascinante: gli sembrava che dentro di lui, vivesse un’entità indipendente,
con idee e fantasie slegate dalla sua personalità che prendevano vita solo
quando una pagina bianca richiamava la sua attenzione. Ma in questa occasione
il suo “query” sembrava non sortire effetto alcuno. Chiamò il suo migliore, o
forse unico, amico:
-Se non
presento un racconto di almeno duemila parole entro giovedì prossimo, posso considerarmi
disoccupato. Tu che mi consigli?
-Tranquillo –
rispose un certo Allyson, addetto ad un distributore di benzina sulla A1 – La fantascienza
è un campo che non ha limiti. Basta che, con la fantasia, ti posizioni un passo
oltre alla realtà, e quello che razionalmente sembra impossibile, diventa
plausibile in un universo dove ci sono più cose tra il cielo e la terra di
quante l’immaginazione non possa concepire. Dunque prendi come punto di partenza,
chessò, Alfa Centauri e buttati oltre. L’universo è tanto più grande delle
nostre miserie!
Ci mancava
un benzinaio filosofo! Ma come dargli torto, e Quentin si mise al lavoro con
lena e buona volontà. “Il propulsore a ioni di idrogeno improvvisamente
collassò. La ridondanza dei sistemi ausiliari di comando prese il sopravvento ed
il colonnello Armaduk, del Gruppo interforze della Milizia Extraplanetaria, si
inserì nel sistema individuale di percezione per tranquillizzare tutti i membri
dell’equipaggio.” Beh, non sembrava male come “incipit” per un racconto, e lo
scrittore si tirò su le maniche per essere più comodo nel battere sulla
tastiera del personal computer. Come spesso succedeva, la sua mente si perse
nei mondi dell’immaginazione, ma improvvisamente il campanello della porta del
suo appartamento squillò richiamandolo alla realtà. Non voleva alzarsi dalla
postazione di lavoro, ma l’ansia di immaginare il portiere con una cartella
esattoriale da consegnargli, lo fece decidere ad andare ad aprire.
-Chi è?
-Umph.
Xxxczzrrye!
L’acufene lo
condizionava, così, anche senza aver capito la risposta, aprì.
Fu stupito
nel vedere un blob verde con antenne oculate ed estremità palmate nel vano
della porta, ma prese l’occasione al balzo e condusse il nuovo arrivato vicino
al computer.
L’editore fu
enormemente soddisfatto da quel racconto di fantascienza che sembrava proprio
uscire da un’esperienza personale.
Sei incredibile, Stefano! Anche con la fantascienza te la cavi benissimo!
RispondiEliminaTi ho nominato e consegnato un premio QUI percè i tuoi racconnti meritano veramente pubblicità! Ciaoooo
Cara Patricia, ti ho risposto sul tuo blog. Ancora grazie e un abbraccio.
EliminaVisto 😊 grazie a te ma se ti rileggi 😀😀😀 vedi che ho ragione io a farti pubblicità 😊
EliminaBuona giornata