martedì 11 novembre 2014

Interno Notte IV

Interno notte. 
Parte IV. Scena I
Ora di cena in famiglia. 
Attorno al tavolo Padre, Madre e due figlie di circa 28/30 anni.

Padre – Serenella, Veronica la smettete, per favore, con quel cellulare! Almeno a tavola, mettetelo via. Che c’è di tanto interessante?
Serenella (la figlia maggiore) – A pà, su Facebook hanno postato una domanda: “Qual è il libro che tenete sul vostro comodino e chi è il vostro poeta del cuore?” Tu cosa pensi che dovrei scrivere?
P. -  Beh, ho visto che vicino al tuo letto c’è: “Paolo Fox – Oroscopo 2015”.
S. – Mattipare che posso dire quello! Pensavo più a qualcosa come quello di quello spagnolo che scrive strano…come si chiama…Paolo…Quello!
P. – ?...Vorrai dire Paulo Coelho!
S. – Si, si. Dice che è fico il libro dal titolo “Là, chi mi sta”. Forse con il protagonista che racconta di quelli che gli stanno antipatici.
P. – ?...“L’Alchimista”, ma se neanche l’hai letto. E per la poesia?
S. – Famme pensà…che ne dici der polacco che faceva…”il mare più bello, è quello dello stabilimento accanto”… su per giù.
P. – Oggesù! Turco, Hikmet, il più bello dei mari è quello che non navigammo.
S. – Eggià, si proprio così. Mo' li posto…sai il figurone!
P. – Fammi capire. Che senso ha scrivere di sé cose non vere dando un’immagine che non è quella reale?
S. – Come sei antico! Non lo sai che è tutto falso? Si mettono frasi a effetto, immagini romantiche, link a siti intellettuali pescati a casaccio nel web, per far vedere come si è raffinati, istruiti, sensibili, ma non è che un gioco al rimbalzo per chi è più bravo a vendere la sua simpatia al fine di accaparrarsi più followers possibile.
P. – E tu quanti ne hai?
S. – Circa 700, ma le amiche mie, quelle più cool, vanno oltre i mille.
P. – E sono tutti amici?
S. – Ehhh, come quelli che trovi in metropolitana. Li incontri, magari scambi uno sguardo, ma chi te conosce? Anzi, visto che ci siamo, postiamo pure un selfie. Pà, mà, sorè, accostiamoci, vicini, vicini.
Veronica (la figlia più piccola) – Ma che sei scema? Ce manca il selfie a tavola che se vede lo spezzatino coi piselli. Ce fosse il sushi, tanto tanto, ma così è sfigatissimo! Sai che grezza che ce famo!
S. – C’hai raggio (hai ragione-N.d.A.)!
Bing! - Dokt – Dakt.
P. – E adesso questo cos’è?
V. – Ahò, ma ‘ndo vivi? Uoz Ap, no? Na cosa più privata, dove si scambiano messaggi e foto.
P. – Questo mi sembra utile.
V. – Seh, utile a fa casino. Sai quanti se so fatti beccà i messaggi o le foto con l’altro o l’altra de turno e hanno mollato il ragazzo-barra-ragazza? Ma tu non ce l’hai la app? Che il tuo non supporta l’IOS 8? Ancora non te sei comprato l’I Phon 6 con prenotazione all’I Phon 12 che uscirà nel marzo 2018?
P. – Pensavo di usare un telefonino che, come dice il nome dovrebbe servire a telefonare e non il distintivo di appartenenza alla tribù di Steve Jobs senza il quale sarei escluso dal comunicare con i miei simili.
V. e S. in coro – Ma quanto sei anticoooo!!

Dissolvenza.
Interno notte. Scena II
In sala da pranzo.

Buio totale tranne per una luce che viene dalla superfice del tavolo. Si sente Bing, Bing, Dokt, Dakt, Uoscccc, Brrrrr. Zoomata sul cellulare, orfano e dimenticato, che, come vivesse di vita propria, vibra, si illumina e manda richiami di tutti i generi.

Dissolvenza.






  


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