Non c’è democrazia se non c’è libertà nell’informazione.
Ancora oggi, anche nei Paesi cosidetti “liberi”, i cittadini sono considerati
come una massa da manipolare per i fini scelti dalle classi dirigenti. Avvenimenti
che potrebbero riscrivere la Storia, o quantomeno far leggere il passato sotto
un’altra luce, sono nascosti e taciuti per mantenere lo status quo e la
credibilità dei governanti. Uno dei più clamorosi, tenuto regolarmente sotto
silenzio dai mass media, è quello riportato dall’”Historical Report”, rivista
di studi archeologici e storici, edita a Pasadena (Los Angeles County) e ritenuta la più autorevole del settore.
Ogni articolo pubblicato sul mensile viene verificato e ogni notizia
riscontrata con diverse fonti per evitare falsi o valutazioni imprudenti. Questo
quanto pubblicato nel numero di dicembre 2013:
LA LETTERA DI LENIN.
“Compagni, scrivo queste righe, di mio pugno, all’attenzione
del Comitato Centrale del Partito, per testimoniare come si sia svolta una fase
cruciale nella storia dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Prego il compagno Leonid Ilic Breznev di conservare la mia
testimonianza e di renderla nota dopo la mia morte. ...(la lettera continua
descrivendo gli anni della Rivoluzione, fino al punto in cui Lenin racconta la
sua uscita di scena)… A questo punto era chiaro lo scontro di potere tra me e
Stalin. Mi ero allevato una serpe in seno, e quest’uomo fatto solo di cieca
ambizione personale, senza alcuno scrupolo politico o umanitario, sentiva la
mia figura come un ostacolo alle sue mire egemoni e dittatoriali. Tentò più
volte di farmi assassinare dai sicari di Dzerzinskij, allora a capo della Ceka,
ma ogni volta riuscii a scamparla. Mi resi conto che entrambi non potevamo
coesistere in seno al Politburo. Io non avevo la forza politica di scalzarlo e
lui non riusciva, per vari motivi, a farmi fuori. Così, nella primavera del
1923 stabilimmo un incontro ed il compagno Josif mi propose il seguente
accordo. Non sarei più stato perseguitato né si sarebbe attentato alla mia vita
e avrei potuto continuare i miei studi in pace ritirandomi a vita privata, in cambio
avrei dovuto mettermi da parte e non ostacolare Stalin nella sua brama di
potere. All’epoca ero già malato, stanco e deluso da come si era evoluta la
spinta rivoluzionaria del ’17, e quindi, dopo un’approfondita riflessione,
accettai. Stalin ne fu entusiasta e, per avallare la mia uscita di scena in
modo definitivo ed eclatante, decise di organizzare la mia morte pubblica.
Negli anni della mia vita sociale mi ero attorniato di molti sosia che
prendevano il mio posto nelle occasioni che si ritenevano pericolose o, al
contrario, poco importanti. Non fu difficile per il Segretario far prendere e
uccidere uno di questi mostrando al mondo la fine della mia parabola umana.
Come estremo tributo alla mia vanità, e per legittimare la sua successione al governo,
decise di far imbalsamare e poi esporre permanentemente le mie supposte spoglie
alla venerazione del popolo. Quando, clandestinamente, vidi la fila fuori dalle
mura del Cremlino per rendere omaggio al me defunto, mi venne in mente di fare
un’ultima richiesta al dittatore. Volli assumere una nuova identità e, in incognito,
essere nominato guardiano della mia stessa salma. Fui accontentato e, per un
lungo tempo, truccato ed intabarrato con un’uniforme dell’Esercito, ho sostato
all’ingresso del mio Mausoleo. Perché l’ho fatto? Per vedere la faccia di chi
si era illuso con le mie parole e che ancora credeva nell’inganno del comunismo
e di tutti i suoi velleitari dogmi di uguaglianza e fraternità. Devo confessare
che, dopo una vita austera e rigorosa, negli ultimi anni mi sono divertito
moltissimo guardando i visi e sentendo i commenti dei visitatori del sarcofago,
ignari spettatori della più grande farsa del XX secolo della quale io stesso
ero stato autore.” ... (la testimonianza finisce in maniera meno interessante
per la Storia).
L’originale di questa lettera era stato mandato in un
laboratorio di Houston per riscontri inequivocabili sulla datazione e per le
perizie grafologiche. Pare sia stata trafugata e sono ancora in corso le
indagini per ritrovarla. La CIA afferma che l’Agenzia è certa del
coinvolgimento di emissari di Putin, ma non ci sono prove documentali.
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