martedì 2 giugno 2015
Ofelia
Ofelia, per prendere un fiore hai colto la morte.
Le ghirlande che ornavano le tue seriche chiome
ora scorrono lente tra i rivi nascosti.
Bianca la tua mano si abbandona, come pallida
foglia tremante, nell’infida e gelida acqua, mentre
schegge di stelle rischiarano la tua gonfia veste.
Cosa mai facesti alle silvane deità per rompere
Il ramo sul quale, ansante, drappeggiavi le floreali corone?
Quale fu lo sgarbo che crudele indusse il torrente
a farsi catafalco e sudario della tua innocente grazia?
Solo il tuo pallido ovale, immoto e sereno, rimarrà
come immagine di te, del sogno di una giovinezza
persa in un momento e conservata per l’eternità.
Assai migliore destino è il tuo, che nel fato sfuggisti
le pene degli ulteriori anni a venir nella tua vita,
di chi con gli affanni l’impari e disperata lotta continua.
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