Lunga è la strada e la meta sconosciuta. Si avanza
barcollando per sentieri misteriosi dove dietro ogni curva si cela una sorpresa
e l’unica guida è la speranza. Passo dopo passo si scansano gli inciampi senza
sapere il motivo del cammino. E’ faticoso trascinarsi su per quel ripido tratto
e spesso la stanchezza consiglierebbe di rinunciare, ma non si può. Non si deve
lasciare la via, non prima di averla percorsa tutta, fino alla fine. Anche se
la meta è sconosciuta e la strada lunga. Ancora avanti, con un ritmo cadenzato seguendo
gli anelli di una catena alla quale si è aggiogati, ed il fiato è corto. Forse sarebbe
il tempo di fermarsi, almeno per un po’, e riprendere le forze per proseguire:
il muschio sul masso è morbido. Per un momento si potrebbe chiudere gli occhi e
ricordare, sognare, lasciarsi trasportare dove non si è mai stati e ormai non
si andrà più. Sarebbe una vertigine di voluttà e stordimento per antiche
aspirazioni abbandonate, ma mai dimenticate. Però non si deve indugiare perché lunga
è la strada e la meta sconosciuta. Quindi si riprende ad andare aiutandosi con
un bastone o approfittando di una mano amica mentre, guardando tra le alte
fronde in cerca dell’ultimo raggio di sole, si lasciano gli acciacchi alle
spalle. Cercando di trovare il coraggio si può accennare un motivetto
fischiando sommessamente, perché la strada potrebbe essere ancora lunga e la
meta rimane sempre sconosciuta.
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