“Tutto andrà bene.” Normalmente erano queste le ultime parole
che l’indovino bugiardo diceva ad ogni suo cliente.
-Plutone si trova in trigono con Venere, Saturno è in fase
calante e la Luna sta a guardare, quindi è chiaro che il periodo buio ormai è
finito. – La palla di vetro era passata di moda e la zingara che una volta
leggeva la mano era ormai solo sinonimo di ladra o accattona. Adesso era tutto
scientifico, in un campo che di scientifico non aveva niente. Il vecchio
veggente aveva ceduto il passo ad un sedicente studioso che parlando di “effemeridi”
o “solstizi” buttava tanto fumo negli occhi quanto i suoi predecessori più “naïf”.
Ma la credulità dei creduloni era sempre la stessa e se la speranza poteva
essere comprata col denaro, erano comunque soldi spesi bene.
-Si accomodi. – Lui era bravissimo. Gli era stato consigliato
dalla sua amica Lina che, tramite il veggente, aveva scoperto il tradimento del
marito, anche se lei ne era certa da tempo. Franca si riteneva una donna matura
e preparata intellettualmente. Era una madre di famiglia, ma anche la manager
di una società di import-export che aveva creato dal nulla pochi anni prima. Si considerava realizzata e felice, per quanto era nelle umane possibilità, ma era da
sempre affascinata dal mondo del paranormale, dove quel prefisso: “para” poteva
precedere anche parole volgari sinonimo di fondo schiena. La sua passione era
nata quando, adolescente, aveva partecipato ad una seduta spiritica a casa di un
amico. Quello era un ragazzo che conosceva bene, studiava come lei e certamente
non aveva alcun interesse nel fare trucchetti ad effetto. Quando andava da lui,
con il gruppo che frequentava allora, spesso i pomeriggi finivano attorno ad un
tavolino rotondo. Edoardo, così si chiamava, invitava quattro o cinque dei presenti
a sedersi unendo le mani per formare la catena. Generalmente faceva accomodare
il suo compagno di scuola di fronte a lui ed altre due o tre ragazze nei posti rimanenti,
poi cominciava il magico rituale. “Mi senti?” chiedeva, e…il tavolino prendeva
vita. Volava! Sissignore: volava, mentre tutte le mani erano “sopra” il piano
di legno. Franca l’avrebbe potuto giurare. Alle storie riguardanti i fantasmi o
le entità immateriali la donna asseriva di non credere, ma da allora…non ci
avrebbe messo la mano sul fuoco. Quindi, quando si trovò in un momento nel
quale il futuro le appariva problematico, pensò di rivolgersi all’astrologo
tanto rinomato e referenziato che non poteva essere altro che affidabilissimo.
-Horus, – lo apostrofò con un nome che mal si addiceva al
personaggio di evidenti origini romanesche – dammi il tuo responso. Cosa vedi
nel mio futuro e, come dice l’adiposo baffuto, cosa c’è dietro l’angolo della
mia vita? – Il santone diplomato (da improbabili università con sede a Tirana o
Katowice) si concentrò per un momento. Si vedeva chiaramente come stesse patendo
il parto di una previsione che doveva provenirgli direttamente dalla Saggezza
del Cosmo o da uno Spirito Guida a sua disposizione.
-Cara Franca, la tua anima è nobbile e senzibile (raddoppiando
e sostituendo consonanti) e le risposte a queste domande le puoi trovare dentro
di te, ma sono sbagliate. Io vedo…, vedo…
-Cosa? Non tenermi sulle spine.
-Abbi pazzienza, che mo’ te dico. Te voi sposà?
-No, sono già sposata.
-Appunto, dicevo, nun te voi sposà perché sei felicemente
maritata.
-Mica tanto.
-Certo, e famme finì! Saresti felicemente maritata se tutto
andasse bene, ma non è così. Vero?
-Diciamo che siamo in un momento di crisi.
-Esatto! Proprio quello che me dicono gli astri: c’è crisi,
grande crisi. Vedo…una donna.
-Quella mignotta!
-Ehhh, mo’. Mignotta me pare troppo, diciamo puttana che è un
gradino più basso. Comunque è una presenza negativa che disturba la tua relazione
di coppia.
-Lo sapevo!
-Anch’io, anzi le stelle lo sapevano. Però nun te devi
preoccupà perché vedo…, vedo…che è una presenza passeggera. Tuo marito tornerà
da te.
-Neanche per sogno! Non lo voglio più quel puttaniere.
-Appunto, tornerà ma tu lo caccerai. E c’hai raggione perché il
lupo perde er pelo ma nun er vizzio, e se nun voi esse infelice lo devi mandà
riccamente a fa…
-Ho capito.
-Vedi: sei stata illuminata, hai capito. Hai compreso come l’universo
vive in te e la sofferenza della tua vita si possa poi subliminare nella crescita
spirituale dell’anima tua.
-Non ho capito.
-E nun devi a da capì. Te devi fidà. Te fidi?
-Mi fido.
-E allora lassa duecento euri sotto la statuetta di Visnù che
Horus te cura e te segue, te cura e te segue. Te voi fa curà e seguì? – Franca era
forse credulona, ma non stupida. I soldi se li sudava e quando doveva pagare
per una prestazione tornava immediatamente lucida.
-A mago, duecento euro so’ na’ cifra. Mi assicuri che la mia
vita cambierà?
-Certo, Horus te protegge, anima mia. Vieni tra le mie braccia,
abbandona le tue preoccupazioni e lasciati cullare. Domani sarà un altro giorno
ed il sole splenderà sulla tua vita. Quello che oggi ti preoccupa verrà
spazzato via e percorrerai una strada dove rose e gelsomini spanderanno il loro
profumo per carezzare la tua anima. Correrai con me verso il tramonto ed il
sole scalderà le tue gote mentre ti accorgerai di come il mondo ti ami e di
quanto ancora saprai cogliere nel percorso della tua esistenza. Dovrai sopportare qualche piccola spina, ma i fiori che coglierai riempiranno di colori
e di bellezza la tua esistenza.
-Ohhh!!
-Esatto, ma so duecento euri.
Franca pagò volentieri.
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