lunedì 13 febbraio 2017

L'Addio al Celibato

Carlo era incaricato di organizzare l’addio al celibato. E questo era preoccupante, molto preoccupante. La festa per Antonio si sarebbe dovuta tenere in un noto ristorante specializzato in piatti a base di pesce ed era riservata ad una quindicina di amici, ovviamente solo maschi. Erano tutti oltre la cinquantina e non certamente di primo pelo. Qualcuno aveva già attraversato le forche caudine del matrimonio rimanendoci scottato, altri erano più o meno felicemente ancora uniti con le rispettive consorti e solo il festeggiato si presentava vergine di tale esperienza all’appuntamento davanti all’Ufficiale di Stato Civile. Il programma era stato a lungo studiato dal manipolo dei più scapocchioni che si erano incontrati per diverse sere con il pretesto di discutere un eventuale viaggio insieme, ma in realtà per pianificare e rendere indimenticabile l’avvenimento. C’era chi suggeriva di far arrivare al ristorante una danzatrice del ventre che dimenasse l’ombelico di fronte all’ospite d’onore per vedere fino a quale gradazione di rosso fuoco sarebbero potute arrivare le sue gote. Un certo Felice propose di tassarsi ognuno di una certa somma e d’ingaggiare un corpo di ballo formato da ballerine di can-can che sventolassero trine e mutande nella sala del banchetto. Il peggio venne da Luca che lanciò l’idea di contattare una Drag Queen di sua conoscenza. Asseriva che quella artista fosse identica (e confermava: proprio identica) a Monica Bellucci e siccome sapeva come raggiungerla, senza rivelare il perché, avrebbe potuto proporle (gli) di trovarsi al ristorante in un tavolo vicino facendo finta di essere lì per caso. Quella (quello) avrebbe dovuto flirtare a distanza con Antonio il quale, incitato da tutti gli amici, si sarebbe sentito in dovere di prendere l’iniziativa. Lei (lui) avrebbe quindi accettato le avance e sarebbe finito (a) sulle ginocchia del futuro sposo, manifestando in quel momento la “sorpresa” tra l’ilarità generale.
-Ottimo. - Dissero tutti. -Ma ancora non ci siamo. - Qualsiasi iniziativa girava intorno a protagoniste di sesso femminile, o parvente tale, ed allora chi meglio di Carlo, riconosciuto “tombeurdes femmes” del gruppo, avrebbe potuto avere lo spunto vincente? Mai disturbare il cane che dorme, stuzzicare il leone o sfruculiare qualsiasi altro animale pericoloso in momentaneo letargo! Fuor di metafora zoofila, si può senz’altro affermare che dare spazio alla sua iniziativa fu come accendere una sigaretta vicino ad un deposito di fuochi pirotecnici: divertente per lo spettacolo ma pericoloso.
-Ragazzi, - esordì Carlo nell’ultima riunione –ho deciso! Questo – disse tirando fuori un foglio di carta protocollo – è un documento regolarmente bollato nel quale si dovrà attestare l’idoneità al matrimonio di Antonio. Come vedete, attualmente non c’è scritto niente, ma dopo un accurato test, sarà la patente che darà il via libera al nostro amico per affrontare il gravoso compito che l’aspetta.
-Deve fare i compiti? – Chiese Silvio che era notoriamente il meno sveglio del gruppo.
-Taci! – Fu il coro di risposta. – Vai avanti, capo! La leadership del gruppo era stata chiaramente assegnata.
-Amici, compagni, sodali. – S’infervorò l'oratore. – Come ogni passaggio importante della vita, anche il matrimonio richiede preparazione e consapevolezza e tali attitudini devono essere riconosciute da un’Autorità Competente.
-Giusto.
-Giusto!!!
-GIUSTOOOO!!!! In varie gradazioni, si dichiararono tutti d’accordo.
-Quindi – riprese il “Lider Maximo” (o novello “Duce”, come forse a lui sarebbe piaciuto di più.) – andrò da Mara e Gina presso il loro luogo di lavoro sito in Viale Tiziano, angolo Via Dorando Pietri, secondo platano a sinistra, ed ingaggiandole ci avvarremo della loro professionalità.
-Dobbiamo prendere appuntamento?
-Zitto Silvio, non è cosa per te.
Cento euro a testa e la cena compresa fu la parcella delle dottoresse che si presero l’impegno di verificare reattività, riflessi e funzionalità muscolari, sia consapevoli che involontari, dell’ancora ignaro paziente. Al fine di garantire che i corretti input emozionali scatenassero le corrispondenti risposte fisiche, le esperte (mooolto esperte) s’impegnarono a mettere in atto, al meglio delle loro capacità, quanto appreso in anni di duro lavoro ed esperimenti su una quantità di cavie consenzienti.
Quando gli amici furono tutti seduti al tavolo del ristorante, si abbassarono le luci e contemporaneamente i commensali alla destra ed alla sinistra di Antonio si alzarono lasciando vuote le sedie. Al loro posto si accomodarono Mara e Gina, mentre il festeggiato si trovò a boccheggiare stupefatto, imbarazzato ed emozionato dalle esuberanti vicine.
-Ma no, perché? Chi… Eh, siete sempre i soliti… Non posso…Eddaiiii!!!
Anche le donne cominciarono a divertirsi e lo champagne, versato generosamente nei bicchieri, contribuì a sciogliere gli ultimi freni inibitori rimasti.
Per i posteri si dovrebbe stilare una cronaca puntuale degli avvenimenti, ma forse dovrebbe avere il pallino rosso del “parental control”. Basti accennare che ad un certo punto Antonio scivolò su un collant finendo sotto al tavolo, Silvio si mise ad urlare: “l’ho vista, l’ho vista!!!” e Mara se ne uscì con un: “Ragazzi, cinquanta euro in più altrimenti non se ne fa niente.” La cosa importante è che, debitamente incorniciato, dietro la scrivania, accanto alla Laurea ed al Diploma dell’MBA, chi entrasse nello studio di Antonio oggi potrebbe vedere l’attestato per il quale lui va’ più fiero concesso con un bel 110 cum laude, bacio, abbraccio ed altro (accademici, s’intende).

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