Urlo in
silenzio e ringhio dentro di me.
Voglio
sbattere contro la notte, imprecare verso le stelle,
mordere la
paura, colpire il destino.
Correre,
fremere, gridare, prendermela con qualcuno.
Provoco Dio
che, nascosto dietro la luna, sfugge ai miei tormenti.
Cerco la fiamma
purificatrice e la consolazione del pianto.
Mi guardo e
mi sfido: so di trovare in me il mio nemico.
Catarsi o
speranza, lotta o abbandono, volontà tirata con i denti.
Oblio consolatorio,
in attesa che la notte torni amica mentre
strappo i rancidi
demoni aggrappati alla mia anima.
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