lunedì 9 marzo 2015

Le nuvole lassù


Forse si chiama spatola, o forse in un altro modo, quell’attrezzo che scolla uno strato di materiale dall’altro. Certe canzoni sono una spatola, o quell’altro, che separano l’oggi dai tanti ieri, fino ad arrivare ad un’emozione. Vera o immaginata, vissuta o sognata, non importa. Forse esiste un’anima universale, che tutto ha provato e di ogni cosa è testimone, che lascia la sua impronta dentro ogni essere umano, e quando una chiave scardina le incrostazioni del cinismo rilascia una sensazione che non è nel vissuto del protagonista, ma nell’esperienza di tutti. Perché le parole di una vecchia ballata o la musica scritta secoli fa fanno sognare ancora oggi? E com’è che la pennellata di un accordo accarezza la fantasia senza la pur minima condivisione di esperienze? Qual è quell’immateriale senso che fa descrivere come ammaliatore un astro lunare freddo come un sasso o evocativo il taglio nella tela di un artista? Potremmo vivere sull’istinto e per la soddisfazione dei bisogni, ma quando parte una sinfonia, o una semplice canzonetta, il nostro piccolo io diventa parte di un tutto che non sappiamo. E che forse non esiste, ma ci racconta qualcosa che va oltre la nostra parte materiale.  

Nessun commento:

Posta un commento