venerdì 20 marzo 2015

Un foglio vuoto

Uhh, la golosità di un foglio vuoto! Premi sui tasti bianchi e neri e, come d’incanto, appare un arabesco, un merletto, un ricamo ondulante di tratti e punti. Piano si delinea lo skyline di un pensiero che delimita la fantasia ed il sogno. Spuntano qua e là parole, catene di lettere, abbozzi di pensieri e lo schermo si riempie dello spartito di un’armonia senza musica. Lascia le dita battere dove vogliono, abbandona la mente, oscura la volontà e lascia fluire. Piano, vedrai affiorare la tua anima, i tuoi desideri, i sogni inespressi. Basta seguirli, non ti fermare. Guarda, come uno spettatore curioso ma distaccato, quello che la pagina ti dice. Saranno parole in libertà o concetti vaghi, non importa. Potranno uscire storie di vite che non avrai mai vissuto o descrizioni di paesaggi mai visti; voci di gente che non hai mai incontrato o di persone che vorresti conoscere. Se il vizio di scrivere ti prendesse la mano, potrebbe nascere anche qualche pudico verso o qualche pensiero prudentemente astruso: lasciali liberi. Affidati al biancore di quel foglio che, come carta assorbente, asciugherà qualche lacrima mentre, scolorendo la tua maschera, si farà specchio di te. Bisogna avere coraggio perché il riempimento di una pagina non rimane tuo, ma raffigura un pezzetto di te verso l’esterno. Poi, se hai scritto al computer, stampa una copia sola senza salvare il file. Prendi la carta, accartocciala e, se hai sottomano un bicchiere di whisky, mettila in bocca, mastica e manda giù. 

1 commento: