martedì 9 aprile 2019

Sai?

-Sai quando ti prende quella smania qui, dentro al petto, e vorresti fare qualcosa che non sai neanche tu cosa sia? Chiudi gli occhi lasciandoti trasportare dalla musica in mondi che conosci alla perfezione senza esserci mai stato, in vite che hai vissuto “se solo”, verso orizzonti che immagini di poter toccare. E stringi i pugni. Senti una voce, fai conto di Dorothy Moore, e le rispondi pur senza capire cosa ti stia dicendo perché sta parlando proprio con te, anche se è una traccia registrata. Ma forse è meglio così perché la puoi rimandare cento volte e cento volte dirà le stesse parole, mentre ti inventerai tante risposte quante sono le corde del tuo cuore che dita impietose pizzicano senza chiederti il permesso. A volte nascono dolci e struggenti melodie che vorresti continuare a sentire augurandoti che smettano subito, oppure escono solo note stonate, e forse sono quelle più giuste.

-Sai quando ti rendi conto di qualcosa e poi lo ricacci in fondo alla mente, dove vorresti nasconderlo pur avendolo sempre presente? E senti la primavera, ma non ti appartiene; e aspetti l’autunno, ma com’era una volta; ed hai paura che finisca l’inverno, perché è un’altra cosa finita. E aspiri profondamente per sentirti vivo o per mandare ossigeno al cervello sperando che ti stordisca. E’ tutto così reale che vorresti tenertene lontano buttandotici dentro, ma non ne hai il coraggio o forse te ne manca il tempo. Un altro treno, un’altra stazione, ed un cartello che scorre veloce fuori dal finestrino col nome di un posto che non conoscerai mai.

-Sai quando ti trattieni e non urli, non scappi, non balli, non ridi sguaiatamente, non prendi a pugni qualcuno o qualcosa, non voli, non dormi e non vuoi andare a letto? Ti addormenti per poco, sogni molto, sei gentile, sorridi, scuoti la testa, ci sei e fai finta di capire. Ma quanti “ma” uno in fila all’altro, per rovesciare un’affermazione o per lasciare una porta aperta. In tutto ciò forse non sei proprio tu o, invece, sei esattamente tu: la somma di ogni cosa per un totale che non torna mai. Mentre il tempo passa e non impari niente, anzi ti sembra di dimenticare le poche certezze che avevi messo in tasca.

-Sai quando lo sai che tanto non serve a niente cercare con affanno, ma non sei capace di non farlo, di fermarti, di guardarti vivere? E rincorri quello che forse non potrai mai raggiungere, e ne sei consapevole. Non ti permetti di non fare, o di fare, per riguardo a te stesso, magari agli altri e sei come una mosca nel bicchiere rovesciato. Sbatti, sbatti contro le pareti di vetro, poi ti riposi, ci pensi un po’, una rapida aggiustata alle ali e ricominci. A sbattere, senza fermarti. Chiamalo destino, tanto anche se sbraiti non ti sente. Anzi, si diverte.

-Sai che non è cortese non rispondere?

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