venerdì 23 aprile 2021

Francoise

 

Lo sapeva che c’erano il sole e il mare dietro la persiana chiusa, ma non riusciva a trovare il coraggio di guardarli ancora. Lame di luce sbattevano sul pavimento intrufolandosi, non gradite, tra le fessure delle imposte serrate ad escludere un mondo improvvisamente ostile. Eppure, non molto tempo prima, aveva goduto di quel sole che ogni mattina tornava a svegliarla e di quel mare che non si stancava di accompagnare i suoi pensieri con la monotona musica delle sue onde. Erano amici fedeli, affidabili, che non mancavano mai di adempiere alle loro promesse, che non tradivano ed erano sempre pronti per un abbraccio. Ormai solo l’ombra di quella stanza nella quale si sentiva estranea sembrava complice della sua solitudine e non poteva credere che, al difuori di quella pena che sentiva dentro, esistesse ancora un mondo ignaro ed indifferente. Sentiva un urlo dentro di se che avrebbe voluto erompere e farsi sentire da tutti. Un grido che sbattesse in faccia all’universo intero l’ingiustizia di una pena non meritata, di una rinuncia non voluta, di una delusione profonda come la ferita di una lama inferta nel cuore. Pensava a quello che non avrebbe visto più, a quello che non avrebbe vissuto mai, a tutto ciò che era andato perso e non sarebbe stato più ritrovato. Forse era normale, nell’ordine delle cose, che la vita le passasse accanto e la lasciasse indietro piena di rimpianti per ciò che avrebbe potuto conoscere, con lo struggente desiderio di non essere esclusa da un futuro che non era possibile vivesse. Sentiva che non era giusto, era una cattiveria, che non ci sarebbe stata in quel futuro per altri normale, che tutto si sarebbe svolto senza di lei. Era come se stesse leggendo un libro del quale sapeva con certezza non avrebbe conosciuto la fine, uno sceneggiato che l’aveva fatta innamorare della sorte dei protagonisti e poi impedito la visione delle successive puntate. Forse, pensò, era proprio questo la vita: un momento fugace nel quale fare da sponda ad un gioco d’acchito che non usa di noi altro che quella momentanea necessità. A cosa serviva tutto quel dolore? A niente, tranne a far passare una nottata. Vecchiezza o mancanza d’amore sono la stessa cosa: un subdolo furto di un diritto senza diritto, di un un’illusione senza speranza. Ma non poteva essere tutto qui. Allora, piano, con circospezione, usando solo la punta delle dita, scostò le imposte. Rivide il mare ed il sole, le dissero una cosa sola: non puoi farci niente, cara. E lei si abbandonò, non poteva faci niente.

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