Un raggio di
sole per scaldare un po’. Per immaginare il calore di un abbraccio che le aveva
lasciato solo freddo. Ed una sigaretta in mano. Cosa c’è lontano, oltre quella
finestra in mezzo al verde delle colline dove la natura vive nella semplicità
di un ritmo sempre uguale? Ne è valsa la pena o è stato solo un gioco? Una
leggera brezza entra dalle imposte spalancate all’ora del tramonto, quando il
fresco della sera annuncia la notte ormai prossima ed un bicchiere è in attesa di
consolare accompagnando oltre lo sgomento. Brividi sulla pelle nuda, mentre il
pudore è come un guanto di sfida lanciato in faccia a qualcuno là fuori. Un
vestito lungo, di paillette nere, attaccato alla gruccia dentro l’armadio e le
scarpe dal tacco alto buttate sotto al letto. Passione o commedia, ancora una
volta? Ha poca importanza mentre, come in un antico rito pagano, si lascia
purificare dalla luce. Lunghi capelli biondi appena spazzolati con rapidità, un
velo di rossetto e l’ombretto con qualche sbavatura disegnano un volto triste che
parla della melanconia legata ad un’esistenza della quale ha capito bene il
significato già da molto tempo. Ma un’ombra di sorriso rivela che in realtà
tutto ha scarsa importanza; sarebbe quasi buffo se non fosse desolante ed a
volte tragico. Lei si barcamena nell’avventura della vita cancellando, o
provando a farlo, le tante mezz’ore piene di false risate e vuote di qualsiasi
intimità. Aspira voluttuosamente e sogna. La California, forse, o un nuovo inizio,
magari solo quello che potrebbe essere e che, se Dio vuole, un giorno sarà. Fra
poco si rivestirà, ha già dimenticato con chi ha diviso il letto ed è sicura
che anche lui sta fumando, in una macchina lanciata sulla statale, pensando a
sua moglie. Non c’è rimorso per una avventura senza importanza. Eppure in
questa giornata di sole che sta finendo la speranza non è morta, siamo ancora
in estate e tutto può accadere quando la pioggia è lontana ed il freddo
soltanto una minaccia. Ancora un momento, le ombre si allungano, un tremito
fugace e l’attimo si chiude. Piano, di malavoglia, schiaccia il mozzicone nel
portacenere ormai colmo, s’infila il vestito da sera, che a quell’ora sembra
solo ridicolo, ed infila le scarpe scomode. Quelle banconote sul comodino le
danno quasi un senso di superiorità nei confronti di chi le ha lasciate
pensando di comprare la parvenza di un amore per avere in cambio una bugia. Le
prende e le infila nella borsetta tra fazzoletti e bustine che promettono
protezione. Chiude la porta della stanza dietro di lei. Fuori si sta consumando
il tramonto. Il parcheggio del Motel è quasi vuoto, Frank, il gestore, si affaccia
dalla porta del suo ufficio: “Ciao Blondie!”. Lei alza lo sguardo, fa un cenno
con la mano e si avvia verso la vecchia Buick. Accende il motore ed anche le
luci della macchina: è notte, e lei ci si tuffa dentro.
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