sabato 7 dicembre 2019

Blondie


Un raggio di sole per scaldare un po’. Per immaginare il calore di un abbraccio che le aveva lasciato solo freddo. Ed una sigaretta in mano. Cosa c’è lontano, oltre quella finestra in mezzo al verde delle colline dove la natura vive nella semplicità di un ritmo sempre uguale? Ne è valsa la pena o è stato solo un gioco? Una leggera brezza entra dalle imposte spalancate all’ora del tramonto, quando il fresco della sera annuncia la notte ormai prossima ed un bicchiere è in attesa di consolare accompagnando oltre lo sgomento. Brividi sulla pelle nuda, mentre il pudore è come un guanto di sfida lanciato in faccia a qualcuno là fuori. Un vestito lungo, di paillette nere, attaccato alla gruccia dentro l’armadio e le scarpe dal tacco alto buttate sotto al letto. Passione o commedia, ancora una volta? Ha poca importanza mentre, come in un antico rito pagano, si lascia purificare dalla luce. Lunghi capelli biondi appena spazzolati con rapidità, un velo di rossetto e l’ombretto con qualche sbavatura disegnano un volto triste che parla della melanconia legata ad un’esistenza della quale ha capito bene il significato già da molto tempo. Ma un’ombra di sorriso rivela che in realtà tutto ha scarsa importanza; sarebbe quasi buffo se non fosse desolante ed a volte tragico. Lei si barcamena nell’avventura della vita cancellando, o provando a farlo, le tante mezz’ore piene di false risate e vuote di qualsiasi intimità. Aspira voluttuosamente e sogna. La California, forse, o un nuovo inizio, magari solo quello che potrebbe essere e che, se Dio vuole, un giorno sarà. Fra poco si rivestirà, ha già dimenticato con chi ha diviso il letto ed è sicura che anche lui sta fumando, in una macchina lanciata sulla statale, pensando a sua moglie. Non c’è rimorso per una avventura senza importanza. Eppure in questa giornata di sole che sta finendo la speranza non è morta, siamo ancora in estate e tutto può accadere quando la pioggia è lontana ed il freddo soltanto una minaccia. Ancora un momento, le ombre si allungano, un tremito fugace e l’attimo si chiude. Piano, di malavoglia, schiaccia il mozzicone nel portacenere ormai colmo, s’infila il vestito da sera, che a quell’ora sembra solo ridicolo, ed infila le scarpe scomode. Quelle banconote sul comodino le danno quasi un senso di superiorità nei confronti di chi le ha lasciate pensando di comprare la parvenza di un amore per avere in cambio una bugia. Le prende e le infila nella borsetta tra fazzoletti e bustine che promettono protezione. Chiude la porta della stanza dietro di lei. Fuori si sta consumando il tramonto. Il parcheggio del Motel è quasi vuoto, Frank, il gestore, si affaccia dalla porta del suo ufficio: “Ciao Blondie!”. Lei alza lo sguardo, fa un cenno con la mano e si avvia verso la vecchia Buick. Accende il motore ed anche le luci della macchina: è notte, e lei ci si tuffa dentro.


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